Introduzione -
Nella letteratura Vedica, sono molte le descrizioni di macchine
volanti chiamate Vimana. Il poema epico nazionale indiano, il
Mahabharata è un opera lunga e complessa. Non sono rimaste prove
(archeologiche) della tecnologia aerospaziale indiana antica, ma i
riferimenti a macchine volanti sono comuni negli antichi testi
vedici. Molte di queste opere descrivono il loro uso in guerra.
Dipendendo dai punti di vista, potrebbe trattarsi di fantascienza,
oppure la cronaca di un conflitto tra esseri con armi potentissime
ed avanzate.
La scuola europea considera la civiltà umana come qualcosa di
recente cominciata ieri da qualche parte in Africa, e finita oggi
con la scoperta dell’atomo, concependo la cultura antica come
primitiva e selvaggia. È una “superstizione moderna” quella di
pensare che l’avanzare verso la conoscenza sia qualcosa di lineare.
La nostra visione “della preistoria” è inadeguata. Noi non abbiamo
ancora liberato le nostre menti dalla presa di una Religione “una-e-unica”,
un solo Libro Sacro “uno e unico” e una sola Scienza “una e unica”.
Nessun fatto cesserà mai di esitere, ma questi vengono spesso
ignorati… (Aldous Huxley) Non lasciate che le vostre menti siano
afferrate dalla dottrina prevalente… (Alexander Fleming 1881-1955)
La menzione di aeroplani, ricorre molte volte in tutta la
letteratura Vedica. Il verso che segue (tratto dallo Yajur-Veda),
descrive il movimento di una di tali macchine:
Yajur Veda, 10.19
“O
ingegnere specializzato, tu che progetti navi oceaniche, spinte da
motori ad acqua come quelli usati nei nostri aeroplani, che danno la
capacità di alzarsi in verticale oltre le nubi e viaggiare in tutta
la regione. Sii tu, prosperoso in questo mondo e vola attraverso
l’aria e attraverso la luce” Il Rg Veda, il documento più antico
della storia descrive alcuni di questi mezzi di trasporto:
Jalayan – è un veicolo progettato per muoversi sia in aria
che in acqua… (Rig Veda 6.58.3)
Kaara – è un veicolo progettato per muoversi sia sulla terra
che in acqua… (Rig Veda 9.14.1)
Tritala – è un veicolo progettato per muoversi nei tre
elementi... (Rig Veda 3.14.1)
Trichakra Ratha – è un veicolo a tre motori progettato per
muoversi nell'aria…(Rig Veda 4.36.1)
Vaayu Ratha – è una veicolo sospinto da un motore ad aria… (Rig
Veda 5.41.6)
Vidyut Ratha – un veicolo sospinto da un motore
potentissimo…è (Rig Veda 3.14.1).
Il termine Kathasaritsagara indica operai altamente specializzati,
questi potevano essere dei Rajyadhara, esperti in meccanica e in
grado di costruire navi oceaniche o dei Pranadhara, esperti nel
fabbricare macchine volanti capaci di trasportare oltre 1000
passeggeri. I testi affermano che queste macchine erano capaci di
coprire in pochi istanti lunghissime distanze.
citazione:
Secondo Dott. Vyacheslav Zaitsev:
“…il Ramayana racconta molte storie di astronavi celestiali, dotate
di due motori e molte finestre che rombano nel cielo e che sono così
veloci che sembrano comete. Il Mahabharata e altri libri in
sanscrito descrivono dettagliatamente queste astronavi come dotate
di motori a fotoni che sfruttando la luce, potevano librarsi
nell’aria e raggiungere altri pianeti del sistema solare e andare
oltre verso le stelle...”.
Appunti
puranici sulle antiche macchine volanti - L’Arthasastra di Kautilya
(3zo secolo A. C.) menziona fra gli uomini d’affari e tecnocrati, i
Saubhikas o piloti che conducono gli aeroplani in
cielo. Saubha era il nome della città aeroportuale del Re
Harishchandra e la radice di “Saubika” indica una persona in grado
di volare o che sa come pilotare un velivolo. Il saggio Kautilya usa
un’altra parola significativa “Akasa Yodhinah” la cui traduzione è:
persone addestrate per il combattimento aereo. L'esistenza di carri
aerei, di qualsiasi forma, era così nota che trovò posto fra gli
editti reali dell’Imperatore Asoka che fu giustiziato durante il suo
regno da 256 A.C. Il Vaimanika Shastra, fa riferimento ad altre 97
autorevoli opere di cui almeno 20 di questi libri, spiegavano i
meccanismi delle macchine volanti, purtroppo questi testi sembrano
andati irrimediabilmente perduti. Lo Yuktikalpataru di Bhoja,
include un appunto sulle macchine volanti nei versi 48-50. Questo
confermato da un commento all’opera datato 1870 D.C., che
appartiene all’Università di sanscrito di Calcutta. Siamo quindi in
possesso di materiale manoscritto che testimonia l’esistenza di Vimana o aerei nell’India antica i quali seguivano la rotta
occidentale, verso il Mare Arabico, l’Africa, Oceano Atlantico,
l’America Latina, ecc., e queste erano solo le rotte più brevi. È
probabile che delle navi avessero seguito la stessa rotta via mare,
ma la maggior parte delle navi da carico, comunque dovevano seguire
rotta più lunga attraverso l’Oceano pacifico, Indonesia, Polynesia,
America Latina a causa dei venti e delle correnti equatoriali che
rendevano più facile la navigazione.
E se gli antichi indiani potevano vantarsi di una forma di viaggio
attraverso il cielo, questo fa si che le linee di Nazca in Perù
acquisiscano un altro significato. Quindi non solo referenze
scritturali di aerei e le loro rotte di navigazione, ma anche i
luoghi di atterraggio sarebbero stati segnalati nei contorni
aggrovigliati delle figure della Pampa di Nazca. Maria Reiche, una
scienziata tedesca, studiò con dedizione e a fondo questi disegni,
li preservò dalla distruzione e li pubblicò di fronte al mondo. È
probabile che le figure enormi che sono visibili dal cielo avrebbero
aiutato gli antichi piloti (Saubhikas)
dell’India per sbarcare in Perù. Le linee di Nazca in Perù sembrano
dei segnali di atterraggio per aerei precolombiani. Ci sono molti
indizi nei testi in lingua sanscrita sul Vimana indiano che porta re
e dignitari a Pataldesa. Il Ramayana descrive il volo di Ravana da
Varunalaya (Borneo) a Rasatala (Perù).
Il Proffessor D. K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana
(capitolo 129) e dei Vimana dell’India Antica con le seguenti
parole: “Dietro al velo di leggenda esce la verità scientifica che
tre basi aeroportuali furono costruite ed usate da strani esseri.
Una in un orbita stazionaria, un altra mobile nel cielo e la terza
collocata permanentemente sulla superficie terrestre. Queste erano
simili alle moderne stazioni spaziali raggiungibili ad una
particolare ora da una latitudine e longitudine prefissata. La
freccia di Siva (di cui parla il testo), si riferisce ad un missile
ardente lanciato da un satellite in orbita che va a colpire una nave
spaziale facendola cadere nell’oceano indiano. Le vestigia di un
antica civiltà prosperosa, distrutta in battaglie, affiora
attraverso queste antiche storie”. Questi appunti confermano l’uso
di qualche genere di veicolo volante noto come Vimana di invenzioni
meccaniche, carri armati, missili, ecc. Questi mezzi che sembrano
strani e non scientifici, in un recente passato sono stati
eguagliati dalla tecnologia umana tramite l’innovazione di armi
estremamente sofisticate e di satelliti spaziali come il Mariner,
Vostok, Soyuz, Aryabhatta, ecc. Questi fatti richiedono più di un
semplice e
passeggero pensiero.
Le macchine volanti furono designate nel Rig Veda col nome di Ratha
(veicolo). Ecco come viene generalmente descritto.
La sua forma è triangolare ed è
pilotato da almeno tre persone (Tribandhura). Possiede tre ruote
(che probabilmente rientrano durante il volo). Il carrello possiede
tre supporti, uno per ruota. Il materiale di costruzione è composto
da una lega di oro, argento e ferro. La carrozzeria e tenuta insieme
da speciali ribattini. Usa tre tipi di combustibile, viaggia molto
veloce sfrecciando come un uccello nel cielo volando alto verso il
Sole e la Luna e al suo atterraggio emette un grande frastuono. I
testi vedici, affermano che il suo colore è simile a quello dell’oro
e bello da vedersi.
Riferimenti
dalla letteratura antica - Secondo Professore Dileep Kumar
Kanjilal nel suo libro, “Vimana nell’India Antica”:
citazione: Vimana nell’India Antica
“…oltre al Vaimanika Shashtra, il Samarangana Sutradhara e lo
Yuktikalpataru di Bhoja, ci sono circa 150 versi nel Rigveda, nello
Yajurveda e nrll’Atharvaveda, molti passaggi letterari che
appar-tengono al Ramayana, al Mahabharata,
ai Purana, al Bhagavata ed al Raghuvamsa e degli spunti nel Darma
Abhijnanasakuntalam di Kalidasa, nell’Abimaraka di Bhasa, nel
Jatalas, nella Letteratura di Avadhana, nel Kathasaritsagara e in
molte di queste opere sono contenuti grafici di macchine volanti,
spiegazioni riguardo al loro funzionamento e descrizioni delle rotte
di volo...?
Il Ramayana usa entrambi i termini di “Vimana” e “Ratha”:
citazione:
Dal Ramayana
(Kamagam ratham asthaya... nadanadipatim…) …Egli Sali a bordo del
Khara (aeroplano) che era decorato con gioielli e visi oscuri e si
allontanò con un rumore che assomiglia al tuono delle nubi durante
un temporale...
Lei potrà andare dove vuole, dopo che io e Sita attraverso un volo
aereo avremo raggiunto l’isola di Lanka… Quindi Ravana e Maricha
salirono a bordo del loro aereo (Vimana), grande quanto un palazzo e
lasciarono quel luogo…
Poi quegli esseri, fecero salire Sita sull’aereo e si diressero
verso la foresta di Ashoka e dall’alto le fu mostrato il campo di
battaglia…
Quell’aereo, con grande frastuono si era innalzato nel cielo…
Riferimenti ad aerei e ad astronavi, li possiamo trovare anche nel
Mahabharata. Il libro parla di queste macchine volanti, descrivendo
circa 41 avvistamenti in luoghi diversi e in modo particolare parla
dell’attacco di Salva all’antica capitale indiana (Dwaraka).
citazione:
Dal Mahabharata Il re Salva aveva possedeva una aereo noto come
Saubha-pura, con il quale bombardò
Dwaraka con una pioggia di bombe e missili…
Krishna l’inseguiva, Salva si diresse verso l’Oceano, poi con una
virata raggiunse di nuovo la terra ferma. Fu una lotta difficile,
una battaglia ad un Krosa (approssimativamente 12000 metri) di
altezza sopra del livello del mare… Krishna lanciò un potente
missile che colpì l’aereo, il quale si frantumò e precipitò in mare…
Questa vivida descrizione
dell’attacco aereo all’antica capitale indiana è
descritto anche nel Bhagavata Maha Purana. Dove troviamo dei
riferimenti a missili, sofisticate macchine da guerra e invenzioni
meccaniche, molto simili ai Vimana descritti nel Mahabharata.

A sinistra il
disegno del Sundara Vimana (sezione verticale).
La civiltà indiana - I manoscritti dell’imperatore Asoka,
sono gli archivi più interessanti per istaurareuna ricerca
sull’esistenza di aerei e astronavi che gli indiani chiamavano
Vimana. L’esistenza di macchine volanti (di qualsiasi forma), era
così nota agli antichi indiani, tanto che queste trovarono posto tra
gli editti reali dell’Imperatore Asoka, scritti durante il suo regno
256 A.C. - 237 A.C.
Perfino nel Kama Sutra di Vatsyana, troviamo riferimenti ad
invenzioni meccaniche originate dalle 64
scienze ausiliarie.
L’Arthasastra di Kautilya (3zo secolo A.C.), è un opera che tratta
principalmente di economia e politica, ma in esso sono contenute
anche informazioni di carattere
scientifico e spesso fa riferimento agli ingegneri meccanici e
piloti noti come Saubhika...
Una discussione riguardo all’esistenza e all’uso di macchine volanti
nell’India antica, deve essere supportata da una profonda
conoscenza della cosmogonia
indiana. Uno studio accurato della letteratura vedica, mostrerà che
questa non era solo una raccolta di poesie primordiali, ma una
letteratura varia appartenente ad una società potente e dinamica
dove le persone avevano la conoscenza del vapore, delle nubi, delle
stagioni, dei diversi tipi di vento, della forza del vento che
soffia a diverse altezze, della distesa del cielo e così via… Nel
Rigveda 1.101.4, troviamo riferimenti a tre tipi di nuvole, composte
da fumi e vapori, abbiamo l’esempio dell’acqua che attraverso il
calore
evapora trasformandosi in nubi. Molti concetti meteorologici indiani
sono stati ripresi da versi contenuti nel Rigveda. Dileep Kumar
Kanjilal conclude la sua ricerca dicendo:
citazione:
Vimana nell’India Antica
"Col passare del tempo ed a causa di eventi storici e calamità
naturali, le macchine volanti andarono perdute insieme ai segreti
della loro costruzione".
La discontinuità della conoscenza tecnica di una scienza
particolare, in un noto periodo storico, non è un fatto impossibile,
ciò è stato dimostrato dall’incapacità di esaminare la natura del
ferro del pilastro di Chandraketu che tutti possiamo vedere
nell’odierna Delhi.
Hiuentzang, un pellegrino cinese del 7 secolo D.C. fece precisi
riferimenti a 7 palazzi storici, dei quali non rimane più nessuna
traccia.
Sir P. C. Roy, aveva mostrato che durante il periodo che va dal 1509
alla fine del 3zo secolo A.C., si conoscevano metodi di la
lavorazione su vasta scala di metalli come oro, argento, rame,
ferro, latta, piombo, mercurio e la lavorazione di leghe come
ottone, bronzo, e altre che come base avevano oro ed argento
mischiati a materiali più vili.
Grandi varietà di minerali, gemme e pietre preziose sono state
descritte dettagliatamente da Kautilya. Anche la conoscenza del
processo di fermentazione giunse ad un livello molto avanzato. Con
uno stato estremamente sviluppato di civiltà che fiorisce nell’arte,
nella letteratura, nella storia, nella medicina, nell’alchimia,
nella chimica, nella fisica, nella matematica, nell’astronomia,
nell’astrologia, nella geologia, nel commercio, nell’agricoltura e
nelle costruzioni navali, è naturale per pensare che il genere di
macchine volanti, descritte dalla letteratura sanscrita, con tutta
probabilità erano conosciute. Dai tempi di Panini ai tempi di Bhoja,
abbiamo visto fiorire grandi università come quelle di Taxila,
Valabhi, Dhar, Ujjain, Visala, ecc.. Gli annali di storia
c’informano che i saccheggi da parte delle tribù straniere
cominciarono solo dopo il 2do secolo D.C. Due secoli dopo
cominciarono ad ondate, gli attacchi da parte di orde straniere,
quali: arabi, turchi, afgani, ecc.. Tutte le università conosciute e
i centri del sapere come: i Templi, i Viharas ed i Bhandaras che
contenevano libri e tesori inestimabili dell’eredità indiana
dovettero sostenere il fuoco e la furia dei predatori. In questo
oscuro firmamento di devastazione e incertezza, ci furono gli sforzi
del re Bhoja che nel 12mo secolo, tentò la compilazione di numerosi
testi. Molte scoperte attribuite ad afgani, turchi, arabi ecc., sono
state ereditate dalle opere letterarie dell’antica India…
Un esempio lo abbiamo in quello che noi chiamiamo i “numeri arabi”,
che di fatto sono “indiani”, ma che sono giunti a noi a attraverso
gli arabi.
Gli aerei chiamati Puspaka-vimana
- La designazione originale della macchina volante era “Ratha”, che
cedette il posto al termine “Vimana”. Il Samarangana Sutradhara
suggerisce che il disegno dell’aereo fu imitato per costruire
palazzi e soprattutto templi. Come indicato da Sayana gli aerei
venivano costruiti per gli Dei (esseri alieni provenienti dallo
spazio esterno). La conclusione ovvia è che Esseri Celesti
provenienti da altri mondi visitarono la Terra lasciandoci in
eredità la loro tecnologia. Il testo del Rigveda che va dal primo al
decimo Manadal, chiama le macchine volanti Ratha. Lo Yajurveda che è
considerato posteriore al Riveda, chiama le macchine volanti Vimana.
Tali veicoli erano multiformi. A questi, il modello triangolare e
quello quadrangolare sopravvissero, a causa della loro praticità
d’uso. I Puspaka erano gli aerei più usati per la loro
manovrabilità. Nei testi vedici la forma di questi aerei viene
descritta come triangolare. Con un area interna molto vasta e che
potevano trasportare fino a 8 persone d’equipaggio. Un tipo di ala
triangolare, che spuntava da una superficie conica, lo rendeva
stabile e facilmente manovrabile. Nel Mahabharata, le descrizioni
delle città aeroportuali sembrano indicare un grado altissimo di
tecnologia erano abilissimi nel far decollare gli aerei sopra le
nubi e molto probabilmente fino alla zona dell’esosfera. Sopra il
sigillo del re Husbika, troviamo l’effige del tempio di Harmikasira,
fatto costruire nel primo secolo avanti Cristo nella città di
Buddha-gaya, una costruzione conica su base rettangolare. Il Tempio
di Virupaksa a Pattakada, costruito nel 740 D.C.
possiede una base rettangolare allungata, che si sviluppa in una
forma affusolata e ottagonale. La somiglianza strutturale dei templi
con un elicottero moderno da ragione al Samarangana Sutradhara che
tali templi furono progettati su modelli di macchine volanti. Anche
il gigantesco tempio di Konaraka, di base rettangolare che si
innalza formando un ottagono, sembra l’astronave di Surya (il Dio
del Sole) descritta dai Purana (libri storici).
Gli aerei chiamati Shakuna-vimana
- L’India ha posseduto una civiltà superiore grazie a possibili
contatti con visitatori extraterrestri e le macchine volanti
chiamate Vimana, descritte dagli antichi testi indiani possono
evidenziare i collegamenti con la tecnologia aerospaziale moderna…
Questa ipotesi fu affermata da uno scienziato italiano alla
Conferenza Spaziale Mondiale.
Il Dottor Roberto Pinotti chiese ai delegati di esaminare
minuziosamente i testi indù invece di congedare tutte le
descrizioni di Vimana come appartenenti alla tradizione e al mito.
L’importanza di tali studi ed investigazioni potrebbe portare a
risultanti scioccanti per l’uomo di oggi perché l’esistenza di
macchine volanti oltre che con la mitologia può essere spiegata con
l’esistenza di una civiltà superiore e dimenticata. Concentriamo la
nostra attenzione, su quegli Dei, su quegli eroi che combatterono
nei cieli a bordo di aeroplani facendo uso di armi terribili.
…Queste macchine volanti, sono troppo simili ai Jet moderni. La
descrizione dei Vimana è troppo tecnica e dettagliata per essere
considerata un mito.

Shakuna Vimana disegnato nel 1923
sulla descrizione dei testi vedici A conferma della sua tesi c’erano
numerosi testi. 32 indizi erano connessi con la tecnologia dei
Vimana. Alcune tecnologie potevano essere equiparate con i sistemi
usati oggi, tra queste il radar, l’energia solare e la fotografia.
Citando il “Vymanika Shastra”, lo scienziato disse: Le macchine
volanti dell’antica India furono costruite attraverso uno speciale
calore in grado di assorbire i metalli chiamati “Somaka”,
“Soundalike” e “Mourthwika”. In oltre il testo illustra sette generi
di specchi e lenti installati a bordo per scopi difensivi ed
offensivi. Lo specchio chiamato “Pinjula” era una sorta di scudo per
gli occhi, che impediva ai piloti di essere accecati dai raggi
dell’arma “Marika”, lanciata da un aereo nemico. Quanto descritto
non sembra molto diverso da quello che noi oggi chiamiamo tecnologia
laser.
Secondo l’esperto italiano, i principi di propulsione che secondo i
pensieri più comuni, sono dovuti all’energia elettrica e chimica,
potrebbero essere stati prodotti dall’energia solare. Per esempio:
Il “Tripura Vimana”, spiega il “Vymanika Shastra”, possedeva uno
scafo lungo e piatto… questo ci fa pensare che tale costruzione fu
così ideata per sfruttare meglio i raggi solari. Il Dottor Pinotti
aggiunse: …Considerando la sua forma allungata, poteva assomigliare
ad un dirigibile moderno. Ma offrendo maggiore attenzione ai
dettagli, l’enorme “Shakuna Vimana”, potrebbe essere definito un
incrocio tra un aereo ed un razzo, la sua forma ci ricorda lo
shuttle spaziale. Certamente il “Shakuna Vimana” è la macchina più
complessa e sofisticata fra tutte le descrizioni di Vimana fatte dal
Vymanika Shastra. L’autore di questo trattato, sembra un professore
intento a spiegare ai suoi studenti, l'avanzata tecnologia dei
Vimana.
Il Dottor Pinotti, citò un altra opera il “Samaraanganasutraadhaara”,
la quale descrive la storia astronautica indiana, in essa 230 versi
sono dedicati ai principi di costruzione dei Vimana ed al loro uso
sia in guerra che in pace. Aggiunse, che gli antichi ariani
conoscevano l’uso del calore come arma: ...Lo strumento di difesa
chiamato “Astra”, include l’arma “Soposamhara” (la fiamma che erutta
da un missile), l’arma “Prasvapna” (che provoca il sonno) e quattro
generi di “Agni-Astra” (lingue di fuoco che si muovono producendo
tuoni). Il dottor Pinotti, aggiunse: la macchina progettata per
navigare attraverso il “Suryamandal” (il sistema solare), si
chiamava “Naksatramandala” e a causa della sua descrizione di natura
tecnica, non può essere messa da parte come se fosse un mito.
I viaggi nello spazio aperto, le incredibili armi di distruzione di
massa ed il fatto che i Vimana assomigliano ai moderni oggetti
volanti non identificati, suggerirebbero che l’India possedesse un
grado superiore di civiltà. Nella luce di queste mie affermazioni,
penso, che dobbiamo esaminare più attentamente i testi indù e
sottoporre i modelli di Vimana descritti ad uno scrutinio
scientifico.
A sinistra
l'immagine del Shakuna Vimana
disegnato nel 1923 sulla descrizione dei testi
vedici.
Citazioni affascinanti -
Il Bagavata Mahapurana, parla di un personaggio di nome Angira, il
quale possedeva una macchina capace di condurlo
ovunque nello spazio (B.M.P. 6:14:14). "Una volta il re Citraketu,
stava viaggiando nello spazio su uno splendido aeroplano, che gli
era stato regalato da Visnu..." (B.M.P. 6:17:4)
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